mercredi 25 avril 2018

Biennale di Venezia, tornano danza, teatro e musica forti come "una centrale elettrica"

L'edizione del 2018, dal 22 giugno al 7 ottobre, ha un ricco programma particolarmente rivolto al pubblico più giovane: per la prima volta l’accesso sarà esteso ai college e ci sarà un polo di critici emergenti in residenza


Esplorerà i confini con l’intento di ridurli, nel segno di un più aperto riconoscimento delle qualità mondiali della creazione artistica, la Biennale di Venezia 2018 presieduta da Paolo Baratta (“la Biennale deve essere una centrale elettrica”), che ha in calendario dal 22 giugno all’1 luglio il Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto da Marie Chouinard, che programmerà dal 20 luglio al 5 agosto il Festival Internazionale del Teatro diretto da Antonio Latella con tema riservato all’attore/performer, e che ha in serbo dal 28 settembre al 7 ottobre il Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Ivan Fedele, focalizzato sui rapporti tra Europa e Americhe.

Si sviluppa in tutti i settori il connubio Festival-College, offrendo una palestra di confronto non solo ad attori ma anche a registi, non solo a danzatori ma anche a coreografi e non solo a compositori ma anche a librettisti e registi del teatro musicale. Altra novità sarà l’accesso del pubblico ai college e l’istituzione di un progetto battezzato “spettatori in residenza”. Verrà altrettanto favorito il lavoro di “giovani critici in residenza”.
Nel settore Danza, dove Marie Chouinard annuncia il duplice orientamento “respirazione come sovversione e strategia” (cui dedica un discorso scientifico sulle origini dell’umanità) e “creazione coreografica e interpretazione: due poli indivisibili”, e dove prioritarie saranno le nuove relazioni con lo spazio, c’è grande attesa per Built to Last di Meg Stuart alla quale è stato attribuito il Leone d’Oro per aver esplorato stati fisici ed emotivi con l’improvvisazione e la collaborazione di artisti di altre discipline, e per la coreografa capoverdina Marlene Monteiro Freitas (Bacchae - Prelude to a Purge) cui è stato conferito il Leone d’Argento. Figurano in programma Frédérick Gravel e Israel Galvàn, Deborah Hay in connubio con il Cullbergbaletten, la danza-teatro di Jacques Poulin-Denis, Mette Ingvartsen, Faye Driscoll. Il Festival propone cinque prime mondiali: Quite Now di Irina Baldini, una nuova versione per tre danzatrici di Sacre du Printemps di Xavier Le Roy, Animale di Francesca Foscarini, Solos et duos retrospettiva rivisitata di Marie Chouinard, e una nuova creazione di Daina Ashbee.


Nel settore Teatro sono le definizioni scisse, le distinzioni tra danza e scena della prosa, le gestazioni diverse, le differenti regole di rappresentazione e di messa in movimento, a indurre Antonio Latella a esaminare da vicino i fenomeni performativi e attoriali, anche allargando il focus a mini-personali che ritraggano meglio gli artisti. E lui, nei 31 titoli del suo cartellone, con 20 novità e 6 lavori in prima assoluta, chiama in causa teatro, danza, regia, musica, arti plastiche, giocoleria, arte dei burattini, mimo. Spesso con microstorie che sono crime story, thriller, mistery, horror, fantasy, slapstick, action.

 
Daranno spettacolo il francese naturalizzato a Berlino Clement Layes (classe 1978) con un’installazione dotata di colonna sonora di Hitchcock, la quarantenne franco-austriaca Gisèle Vienne che ricostruisce i crimini di un serial killer americano, la 39enne neozelandese Simone Aughterlony coreografa e performer attiva a Berlino e Zurigo, lo svizzero Thomas Luz (classe 1982) regista e musicista, l’olandese 30enne Davy Pieters che muove gli attori come in un videotape e ricostruisce un omicidio da più punti di vista, il 43enne Vincent Thomasset di Grenoble che riprende i diari intimi di una donna trovati in un loft abbandonato, lo svedese Jakob Ahlbom (classe 1971) di stanza ad Amsterdam specializzato in physical visual theatre. E naturalmente svettano i Leoni d’Argento Anagoor con la prima assoluta di Orestea e il sodalizio Leone d’Oro alla carriera Antonio Rezza - Flavia Mastrella col loro repertorio. Ma ci sono pure Giuseppe Stellato, il Kronoteatro, Leonardo Lidi, Fabio Condemi. Nel College-Teatro quest’anno c’è un bando per gli autori under 40, e il relativo progetto triennale farà affidamento su un laboratorio di drammaturgia coordinato da Linda Dalisi e Letizia Russo.

 
La Biennale Musica sfoggerà un campione di concerti tonici come Keith Jarrett cui va il Leone d’Oro alla carriera, e scommetterà sulla vitalità di Sebastian Rivas cui è andato il Leone d’Argento. Il concetto di contemporaneità e di confronto Americhe/Vecchio Continente prevede un’inaugurazione con The Yellow Shark di Frank Zappa con ensemble diretto da Tonino Battista e partecipazione di David Moss, ospitando anche Marcelo Nisinman, Victor Wooten, Dennis Chambers, Bob Franceschini, e tra le altre figurano le musiche di Giacomo Baldelli, di Bianchini-Lupone, di Giorgio Netti, di Florentin Ginot, con applausi riservati alla diva del pianismo d’avanguardia Margaret Lang Ten.



jeudi 11 janvier 2018

Parution de l'article "Danser la rédemption"

Parution de l'article "Danser la rédemption" par Ludmila Acone dans  Dante e l'Arte, Dante e la danza,  
publication de l'Université autonome de Barcelone.  
Cet article, sur la danse dans la Divine Comédie de Dante, fait suite à un précédent article, "Les âmes dansantes dans la Divine Comédie de Dante", publié en 2011.  
Si ce premier article, paru dans l'ouvrage Texte et Contextes'inscrit dans une recherche sur les rapports entre la danse et l'histoire présenté lors du colloque éponyme à Marne la Vallée en 2009, le deuxième article "Danser la rédemptionélargit le propos sur Dante et la danse à des aspects iconographiques. 

samedi 6 janvier 2018

Entre Mars et Vénus. Le genre de la danse en Italie au XVe siècle

Parution  de l'article:  

"Entre Mars et Vénus. Le genre de la danse en Italie au XVe siècle" 

par Ludmila Acone

dans  

CLIO  Femmes,Genre, Histoire, n°46. "Danser"

Résumé:
Entre Mars et Venus : le genre de la danse chez les maîtres à danser italiens du XVe siècle.
Dans les cours italiennes du XVe siècle, la danse et le combat, essentiels dans l’éducation du noble, participent à la définition de la place et du comportement des femmes et des hommes. Les maîtres à danser du Quattrocento, construisent et définissent la théorie et la pratique d’une danse savante et produisent un discours conforme à des normes politiques, sociales et genrées. Guillaume le Juif, définit précisément le rôle et la place de la femme qui danse. Antonio Corazzino, également homme d’armes, poète et humaniste, exprime une vision de la bienséance, qui participe d'une conception plus générale des rôles attribués au genre. Les valeurs viriles assument une prééminence évidente dans l’évolution de la vie des cours. Les techniques du corps incarnent une réalité et un discours politique. Dans l'ensemble de son œuvre, le masculin et le féminin s’incarnent notamment dans les modèles de Mars et de Vénus, les deux faces de la Concordia discors, dans la femme qui danse et l’homme qui combat. 

Abstract
Between Mars and Venus :  genre of dance among  the Italian dance-masters of XVth century.
In the Italian courts of the XVth century, dance and combat, essential parts in the education of the noble, are taking part in the définition of the place and behaviour of women and men. The dance-masters of Quattrocento, are constructing et defining the theory and the practice of a dance savante and producing an address in compliance with the normes political, social and gendered. Guglielmo Ebreo is defining exactement the rôle and the place of a dancing woman and man. Antonio Cornazzano, as well man at arms, poet and humanist, is expressing a vision of propriety, which is sharing a more general conception of the roles attributed to the genre. The virile values assume une evidente preeminence in the evolution of the   cours-life. The technique of the body is rappresenting a reality and a political form.  In the ensemble of his work, the masculine and the feminine became especially incarnate in the models of Mars and of Venus, two   faces of the Concordia discors, in the woman who is dancing  and in the man, who is fighting.


mercredi 6 décembre 2017

Recirquel Company, con il 'Night Circus' teatro, danza e cabaret sono un tutt'uno


di ANNA BANDETTINI

Nata a Budapest grazie al direttore e coreografo Bence Vági, la giovane compagnia circense arriva per la prima volta in Italia, a partire dal 24 novembre, con lo show già applauditissimo all'estero. Che mira a essere spettacolare come il Cirque du Soleil 

progenitori sono el Cirque Plume, Cirque Baobab, il Cirque Oz, il celeberrimo Cirque du Soleil, la compagnia canadese di  acrobatiillusionistigiocolieri, clown, insomma artisti del circo protagonisti però di uno show teatrale in piena regola. Il loro successo mondiale dagli anni Ottanta a oggi, ha dato vita a un vero e proprio genere il 'nouveau cirque' che ha filiato molte altre compagnie e nuovi modelli di spettacoli

lire la suite de l'article sur le site de La Reppublica 

jeudi 26 octobre 2017

Le corps, lieu de mémoire?

Nous connaissons les « lieux de mémoire » comme des objets ou des institutions constitutives d'identités culturelles et nationales. On se réfère généralement à des monuments, des emplacements précis, réels ou abstrait, des faits chargés d'histoire collective, marqueurs d'une identité nationale, régionale ou même villageoise. Pourtant, la mémoire se transmet également par le corps représenté et par le corps en mouvement. Les corps de ceux qui habitent ces lieux sont à la fois dépositaires d'une mémoire individuelle mais aussi « incorporent » et fabriquent une mémoire collective. À ce titre, peut-on dire que le corps, les corps transmettent une culture, des événements ou des rituels traversant les siècles ? Ils se situent à l'interface de plusieurs problématiques et traduisent une complexité parfois difficile à traduire sous d'autres formes. On analyse ici comment le corps peut être à la fois lieu de mémoire et de transmission d'histoire et d'un culte ancien toujours très présent dans la région de Naples, celui de la Madone de l'Arc. Les processions rituelles liées à ce culte, donnent lieu à une dévotion populaire (souvent combattue ou contrôlée par l'autorité épiscopale) encore vivante, notamment par l'usage des images (ex-voto), de la musique et de danses. Ce culte, organisé par une confrérie de pénitents, les fujenti, est l'expression d'une culture portée par les couches défavorisées face aux puissances publiques, politiques ou religieuses, où la souffrance auto-infligée constitue une offrande et une expiation envers la Vierge. Ainsi, ne peut-on considérer le corps, dans son expérience individuelle et collective, comme un lieu de mémoire ? Comme vecteur d'une histoire et producteur de récit, d'un récit des corps ?

Ludmila Acone

lire l'article en ligne : http://gerflint.fr/Base/Europe11/Acone.pdf

Abstract

We know Places of Memory as objects or as constitutive institutions of cultural and national identities, usually in relation to monuments, specific sites, real or abstract, to facts steeped in collective history, markers of national, regional or even village identity. But the body and bodies of those who live in these places are both repositories of an individual memory as well as incorporating and participating in the creation of the collective memory. As such, they can transmit a culture, events or rituals through the ages. They are positioned at the interface of several interrogations and translate a complex issue sometimes difficult to transmit via other forms. This paper analyzes how the body can be both a place of memory and history coming from an ancient cult, Madonna of the Arc, still present in the region of Naples, and whose ritual processions give place to a popular form of devotion (often opposed to or controlled by the official Church) still alive nowadays, especially including the use of images (ex votos), of music and dances. This cult, organized by a brotherhood of penitents, the fujenti, is the expression of a culture carried on by disadvantaged social groups opposing to the political or religious public powers, and where the self-inflicted suffering constitutes an offering and an expiation given to the Virgin. Thus, we can consider the body, in its individual and collective experience, as a place of memory, as a historical object and as such, as a producer of narrative, the narrative of the body

ill.: Gaetano Gigante ritorno da Madonna dell'Arco

mardi 17 octobre 2017

Joan Baez: "Il mio tour negli Usa in onore di Lampedusa













L'artista in viaggio tra la West Coast e il South West con 'Concerts for refugees', per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi dei rifugiati nel mondo: "L'isola siciliana è un emblema di questo problema globale"

lire l'article sur  www.repubblica.it

vendredi 29 septembre 2017

Palazzo Spinola, arriva un nuovo quadro fiammingo

(Il "Ritratto di dama" di Guilliam Van Deynen è stato acquistato dal ministero per i Beni culturali per la Galleria nazionale di Palazzo Spinola, diretta da Gianluca Zanelli. Guilliam Van Deyden lavorò a Genova tra il 1606 e il 1607, dove aprì una propria bottega. Era uno dei ritrattisti più ricercati dalle ricche famiglie genovesi, come i Doria o i Brignole (foto Fabio Bussalino)