lundi 26 décembre 2016

Alicia Alonso danse "dans sa tête"

La Havane - Elle a besoin d'aide pour s'asseoir mais ensuite, elle frappe du talon trois fois et donne des ordres sans oublier sa bonne humeur : Alicia Alonso, légende mondiale du ballet, continue de mener la danse à Cuba malgré ses 96 ans.

"Prêts à commencer' Allons-y!", lance d'une voix ferme celle qui est désormais aveugle, au deuxième étage du Ballet national de Cuba qu'elle a créé avec son premier époux, Fernando Alonso, et qu'elle dirige encore. 
Face à elle, les danseurs répètent les enchaînements de Casse-noisette, l'une des nombreuses oeuvres qu'a interprétées Alicia Alonso dans sa longue carrière et qui sera présentée dans le théâtre portant son nom le 1er janvier, pour commémorer le 58e anniversaire de la révolution cubaine. 
Alicia ne peut pas les voir mais elle imagine chacun de leurs mouvements. "Moi je danse dans ma tête", a-t-elle l'habitude de confier aux journalistes. 
Lunettes sombres, pantalon rouge et foulard de la même couleur sur la tête, Alicia, surnommée la "prima ballerina assoluta", reste coquette malgré son grand âge, portant rouge à lèvres rose et ongles démesurément longs et vernis. 
A ses côtés, les danseuses Ivette Gonzalez et Consuelo Dominguez lui chuchotent la chorégraphie, dans cette maison du quartier Vedado de La Havane. Alicia, devenue aveugle après un décollement de rétine, décrit de grands mouvements dans les airs avec ses mains. 
"Vous faites quelque chose qui doit être éternel, éternel, et parvenir au monde entier", lance la légendaire ballerine aux jeunes danseurs. 
"Vous l'avez entre les mains, vous l'avez dans le corps, dans le visage, et vous avez le bonheur de le faire", dit-elle, avant d'ajouter : "Comme vous me faites envie!". 
A Cuba, l'île qu'elle n'a jamais voulu abandonner malgré les propositions d'argent et de renommée à l'étranger, Alicia Alonso a créé une école à part dans le monde du ballet : l'école cubaine, qui mélange rythmes et origines raciales pour donner naissance à un style reconnaissable entre tous. 
A près de 100 ans, elle est aujourd'hui une légende. 
- 'L'école cubaine' - 
Beaucoup de souviennent de la danseuse au long cou, disciplinée mais au fort tempérament, qui séduisait avec des enjambées flamboyantes. Elle était ensuite devenue une chorégraphe exigeante, qui faisait répéter sans relâche chaque mouvement jusqu'à atteindre la perfection. 
Certains lui reprochent d'avoir vendu son âme à la révolution cubaine du défunt Fidel Castro, dont le soutien avait permis l'ouverture de son école de danse en 1948. 
Mais tous sont unanimes : si Alicia Ernestina de la Caridad del Cobre Martinez del Hoyo est née, c'est sans doute pour que Giselle ne meure jamais. Pendant un demi-siècle elle a interprété ce fameux ballet romantique qui a fait d'elle une étoile de la danse classique. 
Alicia a aussi été tour à tour Carmen, la Belle au bois dormant, Coppélia... Aujourd'hui ses admirateurs du monde entier défendent son style comme la "version cubaine". 
Viengsay Valdés, première danseuse du Ballet national de Cuba, raconte avoir été invitée un jour en Russie à danser Carmen dans "leur version", mais elle a préféré que ce soit "la version de La Havane, la version d'Alicia Alonso". "Je défends tout son travail, tout ce qu'elle a fait", assure à l'AFP l'artiste de 40 ans. 
Aurora Bosch, figure de la danse cubaine aujourd'hui âgée de 74 ans, se souvient quant à elle qu'Alicia avait réussi l'exploit d'attirer des hommes au ballet, malgré les moqueries sur l'île où l'on considérait les danseurs comme des homosexuels. 
Pour cela, elle avait rusé: "Elle leur disait qu'on allait leur donner des cours d'escrime", narre-t-elle à l'AFP. "Quand ils commençaient à répéter pour le ballet ils demandaient +Où est l'épée'+" avant de finalement se laisser convaincre de danser. 
Etoile montante du ballet cubain, Patricio Revé, 18 ans, n'a jamais vu Alicia Alonso danser en vrai, mais il a énormément de respect et d'admiration pour celle qui a ôté ses chaussons de danse en 1995, à 75 ans, presque 60 ans après ses débuts à Broadway en 1938. 
Il retient d'elle une grande leçon : "Alicia insiste toujours sur la nécessité de danser et défendre l'école cubaine". 

http://www.lexpress.fr/actualites/1/monde/a-96-ans-la-ballerine-cubaine-alicia-alonso-danse-dans-sa-tete_1862743.html

dimanche 25 décembre 2016

Misty Copeland: "Contro i pregiudizi alla fine ho vinto io"

MILANO - LA SOLITUDINE, la povertà, la fatica, l'emarginazione, quella vita di bambina senza sconti né regali, l'ha vissuta con il sorriso e la forza, per non farsene imprigionare. E oggi che ha 34 anni, senti la donna dritta, la presenza viva parlando con Misty Copeland, prima afroamericana dell'American Ballet Theatre a raggiungere nel 2015 il ruolo di "principal" e che ora per la prima volta vedremo anche in Italia, il 20 dicembre, quando esordirà alla Scala nel Romeo e Giulietta di Prokofiev nella coreografia di Kenneth MacMillan per l'apertura di stagione in coppia con Roberto Bolle, che già l'aveva invitata nel suo show tv.

Una storia incredibile quella di Misty Copeland, fatta di rischi, problemi familiari, sogni. Partita da Kansas City, in Missouri, dov'è nata, con la mamma che cambia molti mariti e relativi abbandoni, sei fratelli, lunghi periodi senza casa passati nei motel, la passione precoce per la danza (guardando in tv Mariah Carey racconterà poi), ma non poterla studiare perché soldi non ce ne sono.

Aspirante cameriera, o qualcosa di simile, Misty incontra un'insegnante che la sostiene nei suoi sogni, le fa studiare danza e chiede la tutela legale della bambina ma la vicenda giudiziaria si trascinerà per anni: da un lato la madre biologica che mette ostacoli e pretende il ritorno di Misty a casa perché c'è bisogno di soldi, dall'altra quella "adottiva" che, si scoprirà, non è scevra dall'interesse sui futuri ingaggi della ragazzina. In mezzo, Misty che ha iniziato a danzare a 13 anni, tardi per una professionista, ma incredibilmente non si ferma ( Life in motion, "vita in movimento" è il titolo della sua autobiografia).

"Ho lavorato tanto, senza sosta, ho lavorato duro e a lungo", dice oggi che è una star globale, oltre 500mila follower su Istagram, una casa nell'Upper West Side a Manhattan, il lavoro che sognava, un film sulla sua vita, Ballerina's tale, e prossimamente il ruolo della ballerina in The Nutcracker and the Four Realms l'atteso live action della Disney diretto da Lasse Hallstrom accanto a Keira Knightley e Morgan Freeman.

Misty, come ce l'ha fatta?
"Non mi sono mai sentita a terra per la mia condizione, né ho mai pensato che le cose non fossero possibili. Esperienze dure, rifiuti... Mi hanno resa forte al punto che non so immaginare cosa sarei se avessi avuto una vita semplice, lineare... Voglio dire: chissà se avrei avuto la stessa tempra morale. Avere una madre single, non sempre abitare in posti decenti, essere afroamericana e l'unica, da molti anni, a volersi cimentare nel balletto classico... tutto questo mi ha spinta a lavorare di più e mi ha fatto amare quello che faccio".

Quanto è stata dura da bambina quella vita instabile?
"È stato difficile, sì. Avevo imparato a cancellare i miei sentimenti, era il mio modo per andare avanti e dire che tutto era ok. La danza è diventata una via di fuga, un modo per proteggermi da... beh, si sa, i tanti padri, quello mio biologico e i patrigni, e quando ci lasciavano restavamo senza casa, con un senso di perdita reale e interiore... ecco, il balletto è diventata la guarigione per me, un modo di esprimermi. Da bambina non sapevo comunicare, il momento più strong è stato proprio tra i 13 e i 15 anni, ma è lì, credo, che è nata la donna che sono. La danza mi ha reso più resistente ".

Com'è stato essere afroamericana in un mondo di bianchi come è la danza classica?
"Un'altra battaglia. Ma ho capito che valeva la pena combatterla non solo per me ma per tutti quelli che sono venuti prima e per i bambini di colore che lo sognano oggi. Il mondo del balletto è una piccola comunità, ed è evidente che ha dovuto affrontare questo problema, ma il futuro della danza è nelle diversità".

Mesi fa incontrò Obama per un'intervista del "Time", in cui parlaste di diritti civili, diversità culturale, razzismo.
"Sì, perché non credo che, soprattutto chi non è afroamericano, capisca realmente gli ostacoli che si incontrano. Il razzismo c'è, non si cancellerà nemmeno tra 30, 40 o 50 anni. È una mentalità che certo non si supera solo per il fatto che Obama è stato presidente per otto anni o che io sono diventata principal. Ci vorrà tempo. Ma persone come Obama, celebri, che parlano a tanti, possono fare moltissimo per il cambiamento ".

E Trump alla Casa Bianca?
"Oh mio Dio! Tutto quello che posso fare è essere positiva. Sperando che le nuove generazioni, i bambini di oggi che hanno visto Obama presidente non dimenticheranno e una volta adulti renderanno migliore, più forte, più intelligente il nostro paese".

A proposito di razzismo, c'è chi dice che il corpo degli afroamericani non sia adatto alla danza classica.
"Ignoranti. Ci sono ballerini russi con corpi non perfetti che riescono a fare cose meravigliose. La verità è che siamo tutti uguali, la danza e la tecnica sono così intelligenti da modellare chiunque. Io sono diventata professionista dopo solo 4 anni di scuola... e sono afroamericana ".

Come sarà la sua Giulietta?
"È diventato uno dei miei ruoli preferiti. L'ho ballato la prima volta due anni fa, ed è stata una scoperta perché richiede abilità tecnica e capacità di recitare. Con Giulietta ho davvero provato che sensazione meravigliosa è dare te stessa al personaggio. Per me è innocente e giovane, di poca maturità e esperienza, ma intelligente, sa come manipolare e non in modo negativo, cattivo. Sono così orgogliosa di ballarla con Bolle, è un sogno che si avvera".

Quali sono stati i suoi modelli?
"Ho guardato molto Gelsey Kirkland, Paloma Herrera, la prima ballerina che ho visto dal vivo. Sylvie Guillem. E poi naturalmente c'è Alessandra Ferri, il mio primo "trainer" per Giulietta ".

Dopo tante vicissitudini, oggi che rapporti ha con sua madre?
"Sempre difficile. Ma forse non è stato facile per lei accettare che la nostra vita venisse raccontata nel mio libro. In fondo noi Copeland siamo una famiglia solida e sì, oggi sono orgogliosa sia di mia madre che dei miei fratelli per avermi dato la forza che ho".

http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2016/11/19/news/misty_copeland_la_farfalla_nera_contro_i_pregiudizi_alla_fine_ho_vinto_io_-152339179/