MILANO - LA SOLITUDINE, la povertà, la fatica, l'emarginazione, quella vita di bambina senza sconti né regali, l'ha vissuta con il sorriso e la forza, per non farsene imprigionare. E oggi che ha 34 anni, senti la donna dritta, la presenza viva parlando con Misty Copeland, prima afroamericana dell'American Ballet Theatre a raggiungere nel 2015 il ruolo di "principal" e che ora per la prima volta vedremo anche in Italia, il 20 dicembre, quando esordirà alla Scala nel Romeo e Giulietta di Prokofiev nella coreografia di Kenneth MacMillan per l'apertura di stagione in coppia con Roberto Bolle, che già l'aveva invitata nel suo show tv.
Una storia incredibile quella di Misty Copeland, fatta di rischi, problemi familiari, sogni. Partita da Kansas City, in Missouri, dov'è nata, con la mamma che cambia molti mariti e relativi abbandoni, sei fratelli, lunghi periodi senza casa passati nei motel, la passione precoce per la danza (guardando in tv Mariah Carey racconterà poi), ma non poterla studiare perché soldi non ce ne sono.
Aspirante cameriera, o qualcosa di simile, Misty incontra un'insegnante che la sostiene nei suoi sogni, le fa studiare danza e chiede la tutela legale della bambina ma la vicenda giudiziaria si trascinerà per anni: da un lato la madre biologica che mette ostacoli e pretende il ritorno di Misty a casa perché c'è bisogno di soldi, dall'altra quella "adottiva" che, si scoprirà, non è scevra dall'interesse sui futuri ingaggi della ragazzina. In mezzo, Misty che ha iniziato a danzare a 13 anni, tardi per una professionista, ma incredibilmente non si ferma ( Life in motion, "vita in movimento" è il titolo della sua autobiografia).
"Ho lavorato tanto, senza sosta, ho lavorato duro e a lungo", dice oggi che è una star globale, oltre 500mila follower su Istagram, una casa nell'Upper West Side a Manhattan, il lavoro che sognava, un film sulla sua vita, Ballerina's tale, e prossimamente il ruolo della ballerina in The Nutcracker and the Four Realms l'atteso live action della Disney diretto da Lasse Hallstrom accanto a Keira Knightley e Morgan Freeman.
Misty, come ce l'ha fatta?
"Non mi sono mai sentita a terra per la mia condizione, né ho mai pensato che le cose non fossero possibili. Esperienze dure, rifiuti... Mi hanno resa forte al punto che non so immaginare cosa sarei se avessi avuto una vita semplice, lineare... Voglio dire: chissà se avrei avuto la stessa tempra morale. Avere una madre single, non sempre abitare in posti decenti, essere afroamericana e l'unica, da molti anni, a volersi cimentare nel balletto classico... tutto questo mi ha spinta a lavorare di più e mi ha fatto amare quello che faccio".
Quanto è stata dura da bambina quella vita instabile?
"È stato difficile, sì. Avevo imparato a cancellare i miei sentimenti, era il mio modo per andare avanti e dire che tutto era ok. La danza è diventata una via di fuga, un modo per proteggermi da... beh, si sa, i tanti padri, quello mio biologico e i patrigni, e quando ci lasciavano restavamo senza casa, con un senso di perdita reale e interiore... ecco, il balletto è diventata la guarigione per me, un modo di esprimermi. Da bambina non sapevo comunicare, il momento più strong è stato proprio tra i 13 e i 15 anni, ma è lì, credo, che è nata la donna che sono. La danza mi ha reso più resistente ".
Com'è stato essere afroamericana in un mondo di bianchi come è la danza classica?
"Un'altra battaglia. Ma ho capito che valeva la pena combatterla non solo per me ma per tutti quelli che sono venuti prima e per i bambini di colore che lo sognano oggi. Il mondo del balletto è una piccola comunità, ed è evidente che ha dovuto affrontare questo problema, ma il futuro della danza è nelle diversità".
Mesi fa incontrò Obama per un'intervista del "Time", in cui parlaste di diritti civili, diversità culturale, razzismo.
"Sì, perché non credo che, soprattutto chi non è afroamericano, capisca realmente gli ostacoli che si incontrano. Il razzismo c'è, non si cancellerà nemmeno tra 30, 40 o 50 anni. È una mentalità che certo non si supera solo per il fatto che Obama è stato presidente per otto anni o che io sono diventata principal. Ci vorrà tempo. Ma persone come Obama, celebri, che parlano a tanti, possono fare moltissimo per il cambiamento ".
E Trump alla Casa Bianca?
"Oh mio Dio! Tutto quello che posso fare è essere positiva. Sperando che le nuove generazioni, i bambini di oggi che hanno visto Obama presidente non dimenticheranno e una volta adulti renderanno migliore, più forte, più intelligente il nostro paese".
A proposito di razzismo, c'è chi dice che il corpo degli afroamericani non sia adatto alla danza classica.
"Ignoranti. Ci sono ballerini russi con corpi non perfetti che riescono a fare cose meravigliose. La verità è che siamo tutti uguali, la danza e la tecnica sono così intelligenti da modellare chiunque. Io sono diventata professionista dopo solo 4 anni di scuola... e sono afroamericana ".
Come sarà la sua Giulietta?
"È diventato uno dei miei ruoli preferiti. L'ho ballato la prima volta due anni fa, ed è stata una scoperta perché richiede abilità tecnica e capacità di recitare. Con Giulietta ho davvero provato che sensazione meravigliosa è dare te stessa al personaggio. Per me è innocente e giovane, di poca maturità e esperienza, ma intelligente, sa come manipolare e non in modo negativo, cattivo. Sono così orgogliosa di ballarla con Bolle, è un sogno che si avvera".
Quali sono stati i suoi modelli?
"Ho guardato molto Gelsey Kirkland, Paloma Herrera, la prima ballerina che ho visto dal vivo. Sylvie Guillem. E poi naturalmente c'è Alessandra Ferri, il mio primo "trainer" per Giulietta ".
Dopo tante vicissitudini, oggi che rapporti ha con sua madre?
"Sempre difficile. Ma forse non è stato facile per lei accettare che la nostra vita venisse raccontata nel mio libro. In fondo noi Copeland siamo una famiglia solida e sì, oggi sono orgogliosa sia di mia madre che dei miei fratelli per avermi dato la forza che ho".
http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2016/11/19/news/misty_copeland_la_farfalla_nera_contro_i_pregiudizi_alla_fine_ho_vinto_io_-152339179/
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