lundi 16 mars 2020

CRONACHE DA PARIGI IN TEMPO DI VIRUS

Ieri sera al Bois de Vincennes, faccio jogging slalomando, rispetto le distanze alla lettera. Ma vedo coppie, gli amici, gli uni accanto agli altri. Guardo attonita, scruto. Verso la Porte Dorée sbircio dai finestrini della macchina i passanti che si accalcano al semaforo per attendere il verde. il verde del semaforno , ed io penso al rosso dell’allarme che loro dovrebbero pur sentire,in fondo a loro, da qualche parte, ma niente.
Stamattina una tensione comincia a serpeggiare. Vedo imtpovvisamente i parigini camminare a un metro dall’altro, non tutti, ma timidamete le distanze diventano visibili. Cos’è successo ? Nel frattempo corre la notizia : il Presidente parlerà alle 20, tutti cominciano a capire. Vado a fare le spese e vedo d’un tratto i passanti piazzarsi automaticamente ad un metro di distanza l'uno dall’altro, molte mascherine appaiono all’imporvviso, hanno capito tutti.
Nel pomeriggio , al negozio sotto casa una lunga coda : oramai si entra un po’ per volta, longo la strada siamo un adecina ad aspettare il nostro turno, tutti rigorosamente distanti. La novità della situazione crea un' improvisa complicità, la mia vicina di coda mi fa un sorriso, cominciamo a parlare come non si fa cosi spesso nella capitale. Oramai il tempo c’è, si parla, ci si scambiano dei sorrisi. Il gestore del negozio ci fà segno, arriva il mio turno. Esco con la mia bottiglia di succo di mirtillo, la ragazza ed io ci guardiamo e ci sorridiamo, sembra un’altra città…

A proposito "Danser au temps de la peste"
A Tale from Decameron par John William Waterhouse
1916, Lady Lever Art Gallery, Liverpool.

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